Between ostrogothic and carolingian Italy. survivals, revivals, ruptures

Giuseppe Russo

I periodi a cavallo tra la fine dell’impero romano e gli anni successivi furono per la penisola italica un’età delicata e complessa nella quale si avvicendarono diverse fasi critiche e problematiche. I secoli successivi alla dissoluzione della compagine imperiale, nei quali si può osservare un Occidente ormai propenso a passare da una dimensione culturale classica, a lungo egemone e arrivata al crepuscolo, alla formazione di nuove realtà e centri di potere, sono al centro di un filone di studi prolifico e di lunga durata che però ha spesso fermato la sua attenzione all’aspetto critico e problematico di questa fase. Negli ultimi anni si sta invece affermando una visione molto vasta e aperta su questo periodo che tende a superare le drammatizzazioni per evidenziare ed esaltare gli elementi di dinamica transizione, modelli comuni ed eredità di lungo corso.
I retaggi e le trasformazioni sociali e culturali che attraversarono l’Italia, e in generale il sistema mondo mediterraneo, nell’arco cronologico che va dalla fase di dominazione del regno ostrogoto all’avvento del potere carolingio sono stati al centro del convegno di studi tenutosi alla Scuola Normale Superiore di Pisa il 25 e 26 Novembre 2021 dal titolo “Between Ostrogothic and Carolingian Italy. Survivals, revivals, ruptures”. La prolusione al convegno pisano è stata affidata alle parole di Andrea Giardina che in apertura ci ha tenuto a sottolineare l’originalità della prospettiva di studi data alla due giorni di interventi riguardanti un periodo così controverso e complicato. Arco cronologico e tematiche che lo stesso Giardina invita a osservare con uno sguardo lungo senza però cadere in una visione di tipo continuista. Lo studioso si è poi soffermato a evidenziare l’importanza che rivestono in tale orizzonte storico culturale le parole tratte dalla produzione cassiodorea in età ostrogota, in particolar modo le Variae. Giardina sottolinea l’importanza di Cassiodoro e dei suoi testi che ebbero una fortunata lunga circolazione divenendo una fonte esemplare di riferimento e ispirazione per la produzione diplomatica medievale.

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