Prospettive dell’estetica a partire dalla 59° Biennale di Venezia
Ivana Randazzo
Sono tante le opere presenti alla 59° Biennale di Venezia che intendono mostrare il cambiamento e la metamorfosi di creature e di tecnologie presentando, a volte, scenari apocalittici. Corpi che assumono le sembianze di animali, creature alate, mostri metà uomini e metà vegetali e materiali che fuori dalla loro dimensione originale assumono i più svariati significati dai quali emerge tutta la bellezza e la complessità della condizione umana. Una lettura che va oltre il vincolo della nazionalità, un richiamo al mondo della fanciullezza, accessibile e comprensibile a tutti. Il latte dei sogni richiama propriamente il libro di favole di Leonora Carrington in cui l’autrice «descrive un mondo magico nel quale la vita viene costantemente reinventata attraverso il prisma dell’immaginazione e nel quale è concesso cambiare, trasformarsi, diventare altri da sé»