François De Nomé.
Nuovi contributi sul rapporto con la bottega, con i committenti e con la cultura letteraria a Napoli nella prima metà del Seicento
Maria Rosaria Nappi
La comparsa sul mercato della Fuga da Troia di François De Nomé (Metz 1590 ca. – Napoli 1623), e di altri dipinti collegabili alla Veduta fantastica di una cattedrale gotica, firmata Didier Barra (Metz 1589 ca. – Napoli 1656 ca.) acquisito dalla città natale del pittore (Metz, Musée de la Cour d’Or), creano le circostanze per eseminare le differenze e alle analogie fra le personalità degli autori. Alcune caratteristiche della straordinaria Veduta di Napoli (Milano collezione Manuli), finora passate inosservate, ne confermeranno la discussa attribuzione a François De Nomé. Scopo finale del testo è tentare di cogliere e definire i rapporti fra alcuni artisti e una committenza poco conosciuta le cui esigenze rispetto all’immagine e al ruolo di essa cominciano a rivelarsi complesse ed erudite.
The appearance on the antiques market of the Escape from Troy by François De Nomé (Metz approx. 1590 – Naples 1623), and of other paintings linked to the Fantastic view of a Gothic cathedral, signed Didier Barra (Metz approx. 1589 – Naples approx. 1656) acquired from the painter’s hometown (Metz, Musée de la Cour d’Or), create the circumstances to examine the differences and similarities between the authors’ personalities. Some characteristics of the extraordinary View of Naples (Milan, Manuli collection), which have so far gone unnoticed, will confirm its controversial attribution to François De Nomé. The final aim of the paper is to attempt to grasp and define the relationships between some artists and a little-known clientele whose needs regarding the image and its role are beginning to reveal themselves to be complex and erudite.