Qualche riflessione e una proposta a partire da I ‘momenti traenti’ della Storia dell’arte. Studi in memoria di Ferdinando Bologna

Stefania Zuliani

Innanzitutto, devo riconoscere con rammarico di non avere avuto il privilegio di conoscere personalmente Ferdinando Bologna. Una mancanza che dopo la lettura dei saggi che compongono il volume di studi in memoria curato da Rosanna Cioffi e Giulio Brevetti, mi pare ancora più grave vista l’emozione, l’ammirazione che tutti gli autori esprimono, secondo sensibilità diverse eppure concordi, nei confronti dello studioso e del professore, le cui lezioni sono da tutti ricordate con profonda gratitudine.
La mia riflessione non può quindi muovere da un’esperienza e da un ricordo personali e proverò piuttosto ad evidenziare perché questo libro sia non soltanto un omaggio ad un maestro scomparso, cosa che sicuramente è, ma abbia anche, e almeno per me soprattutto, il valore di una proposta di verifica sullo statuto di una disciplina, la storia dell’arte, in profonda trasformazione, un mutamento che ci vede tutti coinvolti e che non può lasciarci indifferenti. Una trasformazione, quella della storia dell’arte ed anche della critica d’arte, sicuramente ‘vasi comunicanti’, che si lega da un canto alla crisi della storia, alla recente riflessione sui regimi di storicità e al collasso del futuro di cui François Hartog ha sottolineato le insidie, e che dall’altro esprime l’inquietudine di una condizione del sapere che deve tener conto tanto degli scenari aperti dalla globalizzazione quanto delle spinte identitarie a cui è riconducibile il riaccendersi di opposti e sempre più conflittuali nazionalismi.

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