Nicola Busino, Silvana Rapuano, Lester Lonardo
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Prefazione
Nicola Busino – Lester Lonardo – Silvana Rapuano
Il volume SArMeCa I raccoglie le nuove ricerche condotte in contesti campani d’età postclassica, dando voce organica a una consuetudine determinatasi nell’ambito delle lezioni di Archeologia medievale tenute da Marcello Rotili presso l’attuale Dipartimento di Lettere e Beni culturali dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli (già Seconda Università di Napoli). In quelle circostanze, e più precisamente a conclusione dei cicli ordinari delle lezioni, il prof. Rotili era solito organizzare i Seminari di Archeologia post-classica, incontri in cui si dava spazio agli archeologi – di provenienza accademica, di ambito ministeriale o del mondo della libera professione – impegnati in questo tipo di ricerche, generando di fatto un contenitore di studio, di confronto e di dibattito, sulle problematiche dell’archeologia post-antica impostate secondo le diverse prospettive dei relatori coinvolti, senza tralasciare le opportunità per ricerche dei più giovani.
La dimensione ‘informale’ di quegli incontri permetteva anche di presentare casi di studio non del tutto maturi, ma degni di interesse reale per la quantità di dati presentati: già nel 2015, fu possibile far confluire queste attività in un lavoro a stampa (Insediamenti e cultura materiale fra tarda antichità e medioevo,
a cura di N. Busino, M. Rotili, San Vitaliano, Napoli, 2015) che può essere considerato una sorta di editio princeps dei nuovi Seminari di Archeologia medievale in Campania (SArMeCa; il primo del rinnovato ciclo si è svolto nelle giornate del 19-20 maggio 2022, il 19 nell’Aulario del DiLBeC a Santa Maria Capua Vetere e il 20 nell’Auditorium “Gianni Vergineo” del Museo del Sannio di Benevento) che si presentano in questa sede.
Nelle intenzioni dei curatori, dunque, il volume inaugura una nuova fase dei Seminari in cui si vuole dar voce e sostanza – in modo più sistematico – ad attività archeologiche più mature o in corso di svolgimento in Campania in contesti di età post-classica, rispondendo tra l’altro al crescente numero di iniziative scientifiche avviate per il settore, nonché alla sempre maggiore sensibilità verso questo tipo di preesistenze archeologiche, soprattutto nel campo della tutela e della valorizzazione del patrimonio archeologico campano.
Con questo significato, tra l’altro, la scelta di questo ambito di ricerca – dichiaratamente orientata verso contesti dalle quote cronologiche più tarde – si pone in modo complementare rispetto alle serie delle Giornate di studio sulla tarda antichità e il medioevo, curate da Carlo Ebanista e dallo stesso Marcello Rotili e dedicate in prevalenza a temi di Archeologia cristiana e tardoantica (da ultimo cfr. Spazio urbano e attività produttive fra tarda antichità e alto medioevo. Atti del Convegno internazionale di studi, Cimitile-Santa Maria Capua Vetere, 17-18 novembre 2020, a cura di C. Ebanista, M. Rotili, Bari 2022). I SArMeCa, infatti, si propongono come occasione stabile e il più puntuale possibile in cui pubblicare ricerche d’ambito campano riguardanti problematiche storico-archeologiche che, muovendo dall’alto medioevo, giungono sino a quote cronologiche più tarde, oltre la soglia tradizionale rappresentata dall’inizio dell’età moderna.
Più in generale, raccontare l’archeologia d’età medievale e moderna secondo una scala regionale non rappresenta una novità assoluta, come si può constatare da ultimo con riguardo alla serie di convegni sull’archeologia nelle Marche, giunto nel 2024 alla sua seconda edizione, dopo la pubblicazione degli anni del primo convegno celebratosi nel 2019 (Atti del I Convegno internazionale di Archeologia medievale nelle Marche, Macerata, 9-11 maggio 2019, a cura di U. Moscatelli, D. Sacco, Bologna 2021). Si tratta di iniziative che rientrano più in generale nell’alveo consolidato dei Congressi nazionali organizzati dalla Società degli Archeologi Medievisti Italiani (SAMI), a partire dal lontano 1997. Quell’efficace esperienza, che si ripete ormai con regolare cadenza quadriennale, ha avuto il pregio indiscusso di offrire contributi importanti per la messa a fuoco degli aspetti metodologici inerenti alla disciplina, nonché di fornire un ricco palinsesto di esperienze applicate con riguardo a tematismi specifici, di volta in volta selezionati e approfonditi (insediamenti rurali, città, luoghi di culto, ecc.). In linea con i Congressi della SAMI, i SArMeCa si presentano, dunque, come un’occasione di aggiornamento e scambio di esperienze, anche senza la proposta di tema, lasciando ampia libertà di scelta per i temi da proporre, in ragione dell’ovvia opportunità di costruire e consolidare un percorso di ricerca applicata, indagando tutti i plausibili tematismi connessi alle discipline archeologiche per l’età postantica, dallo studio degli insediamenti, alle ricerche di topografia medievale e moderna, alle indagini sulla cultura materiale.
È evidente che la circoscrizione amministrativa assunta come punto di riferimento – la regione Campania – non possa essere un elemento significativo della destrutturazione d’età medievale o moderna di questi territori, il che potrebbe far apparire discutibile la scelta di prendere tale ambito territoriale come denominatore comune delle ricerche raccolte in questo libro. Tuttavia, è altrettanto vero che proprio nei secoli centrali del medioevo – e più nello specifico a partire dall’età normanna – l’endemica instabilità politica del Mezzogiorno d’Italia andò via via riducendosi (pur senza scomparire del tutto), all’ombra dei processi di consolidamento del Regno di Sicilia, ragion per cui la Campania verrà a trovarsi in uno spazio politico via via sempre più stabile. Inoltre, e in una prospettiva più generale già acquisita nel corso di ricerche archeologiche pregresse, la topografia degli spazi urbani ed extraurbani non appare essere particolarmente sensibile alle dinamiche politiche che riguardarono le élites politiche: detto in altri termini, lo studio dello spazio materiale dei contesti campani d’età post-antica mostra come la forma del territorio appaia poco condizionata dai mutamenti geo-politici apicali e risulti rispondere piuttosto a dinamiche e processi su scala locale, seppur con qualche importate eccezione.
L‘auspicio è che il volume d’atti SArMeCa I – accolto nella serie dei Quaderni di Polygraphia, rivista del Dipartimento di Lettere e Beni culturali dell’Università della Campania – costituisca soltanto il primo di una serie di edizioni di ricerche nel campo dell’Archeologia medievale campana, che si intende portare avanti con cadenza biennale: tale, auspicabile proposito rappresenterebbe in ultima analisi anche una prova indiscutibile della ‘buona salute’ di questo campo di studi.
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